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Enuresi notturna: quando il bambino fa la pipì a letto

Enuresi notturna: quando il bambino fa la pipì a letto

L’enuresi notturna è un disturbo che si manifesta nei bambini di età superiore ai 5/6 anni con un’emissione involontaria di urina durante il sonno. Nonostante colpisca il 10% 15% dei bambini intorno ai 6 anni, questo fenomeno tende a risolversi spontaneamente. Nel caso il problema permanga, è possibile affrontare il disturbo seguendo piccole e facili strategie.

Possibili cause dell’enuresi nei bambini

L’enuresi notturna spesso è sintomo di un periodo di malessere e disagio. Il bambino regredisce nell’evoluzione del suo sviluppo, tornando a fare la pipì a letto come quando era più piccolo. I fattori che possono influenzare l’insorgenza di questo fenomeno:

  • la nascita di un fratellino o di una sorellina
  •  l’ingresso a scuola
  • cambiamento improvviso nella quotidianità del bambino, come un trasloco, la separazione dei genitori o un’ospedalizzazione prolungata.

Si tratta prevalentemente di eventi che stravolgono la vita del bambino, minando le sue certezze e i suoi punti fermi, influenzando il ritmo e lo stile della vita familiare: ciò ha inevitabili ripercussioni sul bisogno di sicurezza, di attenzione e di dipendenza del minore.

Enuresi notturna: come affrontare il problema

L’enuresi notturna, come abbiamo detto, non è un atto volontario. Sebbene non possono incolpare il bambino, i genitori finiscono spesso per arrabbiarsi. Come affrontare dunque il problema? La terapia breve strategica ha messo a punto un metodo che permette a genitori e figli di condividere la fatica e la sofferenza al fine di risolvere il problema.

Consigli pratici:

Ecco alcuni consigli pratici da seguire:

  • Per cominciare i genitori devono monitorare sistematicamente nell’arco di una settimana qual è il momento in cui avviene l’enuresi durante la notte. A questo scopo, i genitori devono svegliarsi a turno ogni ora e andare a controllare il letto del figlio.
  • Una volta individuati i momenti topici, i genitori, di nuovo a turno, dovranno mettere la sveglia 15 minuti prima della fascia oraria a rischio, svegliare il bambino e portarlo in bagno a fare pipì. Questo vale anche se gli episodi sono più di uno. Nella maggioranza dei casi nell’arco di quattro settimane il disturbo viene estinto.
  • Ci possono essere casi più resistenti. Per esempio bambini che si alzano senza svegliarsi, vanno in bagno senza fare la pipì, tornano a letto e si lasciano andare. Di fronte a tale situazione, il genitore deve provvedere costringendolo a svegliarsi del tutto, lavare le lenzuola bagnate e rifare il letto per tornare a dormire. Di solito sono sufficienti due o tre di queste esperienze avversative affinché il bambino accetti di essere svegliato per andare a fare pipì durante la notte per poi tornare a dormire senza avere più l’enuresi.

Se tutto questo non funziona, il problema va affrontato in un altro modo. Ovvero modificando le relazioni all’interno della famiglia per estinguere la necessità del bambino di catalizzare l’attenzione dei genitori. In questi casi si rende necessario attuare una forma disinteresse dichiarata dai genitori. Quando si presenta il problema devono rimandare la completa gestione di questo al figlio stesso. Ciò significa l’azzeramento di qualunque tipo di aiuto e il cessare di parlarne come fosse un problema. Generalmente questa forma di intervento crea effetti davvero sorprendenti.

BIBLIOGRAFIA

Nardone G. “ Aiutare i genitori ad aiutare i figli”, Ponte alle Grazie