PSICOTERAPIA BREVE STRATEGICA MILANO

86% di efficacia terapeutica con una media di sette sedute.


Psicologa Psicoterapeuta Milano - Dott.ssa Sara Doni

"Rendere il migliore possibile ogni istante della vita, da qualsiasi mano del destino ci sia inviato: in ciò consiste l’arte del vivere."
LICHTENBERG

Psicoterapia Breve Strategica Milano - Dott.ssa Sara Doni

Risolvere i problemi in tempi brevi con la Psicoterapia Breve Strategica.

Quando ci troviamo ad affrontare problemi talvolta difficili da risolvere, la vita ci sembra insopportabile. Questo non significa che disturbi complicati o che si protraggono da tempo richiedano interventi altrettanto prolungati e sofferti. Anche i problemi più complicati possono essere risolti in tempi brevi se si trova la chiave giusta. Spesso si pensa, infatti, che la psicoterapia debba essere necessariamente un percorso lungo, laborioso, complesso e molto costoso. Si crede anche che essa comporti una notevole dose di stress per il paziente, il quale sarebbe costretto a mettersi a nudo, davanti a un estraneo determinato a indagare tutti i suoi segreti più intimi, le sue infantili paure e i suoi inconfessabili desideri.

La Psicoterapia Breve Strategica mostra come sia possibile ottenere l’estinzione in tempi rapidi di problemi radicati anche da anni.

Il metodo che utilizzo non prevede che il paziente si avventuri in un percorso interminabile, dispendioso in termini di tempo e denaro, né che egli sia addestrato a uno specifico allenamento allo scopo di abituarsi a convivere con i propri problemi. L‘obiettivo è sbloccare in maniera rapida, efficace e diretta il problema invalidante che la persona sta vivendo.

Per quali problemi è indicata la Psicoterapia Breve Strategica?


La Psicoterapia Breve Strategica è indicata, in primo luogo, per tutti i disturbi psicologici fortemente impedenti, ovvero caratterizzati da una sintomatologia acuta e invalidante, quali:

  • I disturbi fobico- ossessivi (ansia, attacchi di panico, fobie, ossessioni, compulsioni, ipocondria)
  • I disordini alimentari (anoressia, bulimia, sindrome da vomito, binge eating)
  • La depressione nelle sue varie forme
  • I problemi sessuali
  • Le presunte psicosi

Oltre che per i disturbi impedenti, l’intervento strategico è estremamente efficace anche nel risolvere i più frequenti:

  • Le dipendenze da gioco e da internet
  • Problemi relazionali (problemi sentimentali o di coppia, difficoltà relazionali con colleghi di lavoro, problemi di relazione genitori-figli)
  • Blocchi della performance
  • Problemi dell’età evolutiva e problemi scolastici
  • Le sintomatologie potenzialmente impedenti ma che si trovano ancora nella fase di strutturazione iniziale (ad esempio fobie non ancora generalizzate e disturbi alimentari non del tutto organizzati).

Tutto questo senza l’uso di alcun tipo di farmaco


A seconda del tipo di problematica presentata, il terapeuta potrà proporre un intervento psicoterapeutico (le “canoniche” dieci sedute), oppure optare per un intervento di consulenza strategica breve, particolarmente adatta nell’affrontare i problemi non impedenti per le sue caratteristiche di efficacia e rapidità di risoluzione.

Come Funziona


La Psicoterapia Breve Strategica si basa sul principio dell’imparare facendo (learning by doing). Per questo motivo vengono utilizzate tecniche e strategie di intervento concrete, dirette o indirette (quando sono gli altri a creare un problema), che permetteranno alla persona di sperimentare emozionalmente nuovi punti di vista, che in genere contribuiscono a sbloccare il problema, modificando le lenti con cui si “osserva” la realtà. La persona acquisisce quindi un nuovo modo di percepire e di reagire alla realtà stessa, che risulta più flessibile e funzionale al tempo stesso.

Durata della Terapia


La terapia breve strategica è un intervento focale e ‘breve’ (per consuetudine vengono considerate ‘brevi’ le terapie che non superano le 20 sedute). Un intervento strategico, produce i primi sostanziali miglioramenti (se non la totale risoluzione) entro le prime 10 sedute.

Nei sistemi umani bloccati (individuo, coppia, famiglia, organizzazioni), infatti, se le tecniche terapeutiche sono ben scelte e applicate, esse sono in grado di indurre dei cambiamenti già dalle prime sedute del trattamento. Se ciò non dovesse avvenire, il terapeuta strategico di solito cambia strategia o ridefinisce il funzionamento del problema, insieme con il paziente.

Frequenza delle Sedute


Nelle prime fasi del trattamento le sedute della terapia strategica possono essere sia a cadenza settimanale che quindicinale, a seconda del tipo di problema presentato e delle esigenze della persona stessa.

Successivamente allo “sblocco” del problema, che in genere avviene entro le prime dieci sedute, si passa alla seconda fase, ovvero al “consolidamento”, che rappresenta uno step importante in quanto permette alla persona di rendere i cambiamenti stabili nel tempo, evitando quindi le ricadute. In questa fase gli incontri si svolgono con una frequenza di uno ogni 3-4 settimane, con l’obiettivo di permettere alla persona di rafforzare nel quotidiano, la propria autonomia e i risultati che è stata in grado di raggiungere.

Essendo un approccio breve, il risultato finale è quello di ristabilire la completa autonomia e di far sì che la persona si riappropri delle risorse che, a causa del problema, erano andate perse. La terapia si conclude con 3 controlli (follow-up) condotti a distanza di 3 mesi, 6 mesi e 1 anno. Ciò al fine di verificare il mantenimento del risultato nel tempo.

Mantenimento dei Risultati Ottenuti


I risultati delle ricerche effettuate su numerosissimi casi che si sono sottoposti a terapia breve strategica hanno mostrato non solo un’elevata efficacia dell’intervento valutata alla fine del trattamento, ma anche e soprattutto il mantenersi di tali risultati nel tempo, come emerso chiaramente dai follow-up condotti a distanza di 3 mesi, 6 mesi e 1 anno dalla fine della terapia. Tali incontri hanno infatti evidenziato una minima presenza di ricadute e l’assenza di spostamenti del sintomo anche a distanza di un anno dalla fine della terapia.

F.A.Q.


1Per quali tipi di disturbi è indicata la Psicoterapia Breve Strategica?
Per tutti i tipi di disturbi, specialmente per fobie, ansia, blocchi da performance, attacchi di panico, disturbi alimentari, disturbi sessuali, disturbo ossessivo-compulsivo, paranoia e manie di persecuzione, depressione, ipocondria, problemi relazionali, presunte psicosi e qualunque tipo di problema sul quale è possibile lavorare per obiettivi. Se il problema non è chiaro nemmeno alla persona che richiede aiuto, sarà lo psicoterapeuta ad intervenire con la definizione di obiettivi raggiungibili. Per problemi meno invalidanti, che non rientrano espressamente nei quadri clinici sopra elencati, sono previste consulenze (Counseling, Coaching, Consulting) finalizzate all’orientamento, alla trasformazione dei limiti in risorse e all’aumento della fiducia nelle capacità personali.
2Quanti colloqui dovrò affrontare?
Lo psicoterapeuta strategico si pone un limite di 10 sedute e non una di più. Nella maggioranza dei casi il cambiamento (spesso la totale risoluzione del problema) avviene ben prima di questo limite. Nei rari casi in cui ciò non avviene è il terapeuta stesso ad interrompere il trattamento ed indirizzare la persona verso un altro professionista.
3Con che frequenza avvengono le sedute di Terapia Breve Strategica?
Nelle prime fasi del trattamento le sedute della terapia strategica possono essere sia a cadenza settimanale che quindicinale, a seconda del tipo di problema presentato e delle esigenze della persona stessa. Dopo lo “sblocco”, vale a dire il primo importante miglioramento (in genere entro le prime 10 sedute), viene preso un appuntamento dopo un mese, successivamente dopo 3 mesi, poi 6 mesi e infine un anno, al fine di evitare un attaccamento nei confronti dello psicoterapeuta, verificare i risultati ottenuti e confermare il loro perdurare nel tempo.
4La Psicoterapia Breve Strategica dà risultati che durano nel tempo?
Le ricerche effettuate sui follow-up (1 mese, 3 mesi, 6 mesi, 1 anno) di decine di migliaia di casi trattati mostrano che il cambiamento permane nel tempo, lo spostamento del sintomo è del tutto assente. La legittima preoccupazione riguardo lo spostamento del sintomo è del tutto annullata dai risultati delle ricerche effettuate sui follow-up. Le ricadute sono rare e, spesso, del tutto recuperabili.
5La Psicoterapia Breve Strategica ha dei rischi?
Proprio grazie ai protocolli formalizzati su prescrizioni che forniscono ad essi valore euristico, predittivo ed autocorrettivo, non vi sono rischi effettivi.
6Vengono utilizzati farmaci?
La terapia breve strategica è un intervento di tipo psicologico e, come tale, non prevede l’utilizzo di farmaci. Al contrario, qualora il paziente arrivasse con una cura farmacologica in corso, sarà preoccupazione del terapeuta giungere – negli ultimi stadi della terapia – a metterla in grado di interrompere gradualmente l’utilizzo dei farmaci. Questo avviene, generalmente, in tutti i casi di disturbi d’ansia (ansia generalizzata, attacchi di panico, ossessioni, compulsioni, agorafobia e altre fobie), disordini alimentari o depressione reattiva, che giungono in terapia con una cura farmacologica in corso. In questi casi, il liberare la persona dalla dipendenza dal farmaco rappresenta uno dei compiti principali del terapeuta e un aspetto fondamentale per potere dichiarare la terapia conclusa efficacemente.
7Ho letto dei libri sulla terapia breve strategica e ne conosco le tecniche. Posso iniziare le sedute lo stesso?
Si, si può iniziare lo stesso il trattamento. Conoscere le tecniche faciliterà il cambiamento terapeutico.
8Come posso aiutare un mio parente che credo abbia dei problemi psicologici, ma che si rifiuta di farsi visitare da uno specialista?
Molto spesso le persone che presentano determinati tipi di problemi, ad esempio disordini alimentari o particolari difficoltà relazionali, rifiutano di rivolgersi ad uno specialista o appaiono estremamente resistenti a qualsiasi tipo di intervento. In questi casi la famiglia, se adeguatamente indirizzata, può svolgere un ruolo fondamentale e determinante nel trattamento del disturbo. In queste situazioni il terapeuta strategico è solito fare un primo incontro con la o le persone che hanno rilevato il problema (sebbene questi non siano i “portatori” del disturbo) e valutare con lei o loro cosa sia possibile fare per intervenire. Il terapeuta strategico potrà quindi dare indicazioni su come cercare di coinvolgere il “portatore del disturbo” nella terapia, oppure dare indicazioni concrete ai familiari su come comportarsi relativamente alla persona e al disturbo in questione, ricorrendo così ad una forma di terapia indiretta. In seguito a questo intervento spesso avviene che il “paziente” decida di entrare in terapia in un secondo momento; negli altri casi la terapia procede solo in maniera indiretta.
9Ritengo di avere un problema non particolarmente grave o impedente, ma sento comunque il bisogno di una consultazione con uno psicologo. È necessario che io intraprenda un percorso psicoterapeutico o esistono anche altre forme di intervento strategico?
Nei casi di problemi non particolarmente acuti e pervasivi, è più adatto un intervento di consulenza breve strategica piuttosto che una vera e propria psicoterapia breve articolata nelle canoniche dieci sedute. Difatti, la consulenza breve risulta essere particolarmente funzionale ed efficiente quando si ha a che fare con disturbi definibili come “non impedenti”. Si tratta di tutti quei problemi che, limitando in modo circoscritto le opportunità di un individuo, non ne ostacolano la vita quotidiana. I disturbi non impedenti comprendono diverse categorie: problemi sentimentali o di coppia, difficoltà relazionali con colleghi di lavoro, problemi di relazione genitori-figli, problemi scolastici, blocchi della performance, sintomatologie potenzialmente impedenti ma che si trovano ancora nella fase di strutturazione iniziale. La consulenza breve ha un’efficacia molto alta ed un elevato grado di efficienza (al di sotto delle cinque sedute), con uno sblocco repentino, solitamente tra la prima e la seconda seduta, seguito da qualche seduta di controllo per verificare il mantenimento nel tempo dei risultati ottenuti. Questa tipologia di intervento appare particolarmente indicata per tutti coloro che necessitano di trovare soluzioni rapide ed efficaci a problemi che, pur non essendo impedenti, in un dato momento della propria vita possono apparire difficilmente superabili senza un aiuto esterno.
10Se si stanno assumendo farmaci si può iniziare una Psicoterapia Breve Strategica?
Certamente. La capacità di fornire strumenti efficaci a breve termine ha spinto molti psicoterapeuti che la utilizzano ad instaurare rapporti di collaborazione con neurologi e psichiatri che, invece di prescrivere farmaci, si occupano di toglierli molto gradatamente. È altamente sconsigliato, infatti, diminuire l’assunzione di farmaci senza l’assistenza di un medico a causa dell’effetto conosciuto come “effetto rebound”, una risposta in senso opposto che si può manifestare quando viene interrotta una terapia. L’obiettivo della psicoterapia breve strategica è la totale eliminazione dei farmaci, aspetto indispensabile per dichiarare la risoluzione del problema, avvenuta tramite reali esperienze e non attraverso l’assunzione di una pillola.
11Sono già in terapia per il mio disturbo presso uno specialista (medico, psicologo, psichiatra) posso iniziare una terapia di tipo strategico oppure devo prima interrompere il trattamento attualmente in corso?
La Terapia Breve Strategica non presenta alcuna “controindicazione” rispetto alla coesistenza di altri interventi terapeutici, poiché rappresenta una modalità di lavoro originale, che non risente di interferenze rispetto ad altri percorsi psicoterapeutici. Di conseguenza, la persona che sta seguendo una psicoterapia di altro tipo o una terapia farmacologica può rivolgersi ad un terapeuta strategico senza dover interrompere il trattamento attualmente in atto.
12Ci sono possibilità di intervento su bambini piccoli?
Certamente. Inizialmente però tendo a non coinvolgere un bambino piccolo in psicoterapia per far sì che non venga etichettato come “malato” o “diverso” e preferiscono lavorare indirettamente attraverso i genitori, evitando così che essi perdano il ruolo e l’autorevolezza acquisiti. Grazie a concrete indicazioni di comportamento, i genitori saranno guidati dal terapeuta a modificare determinati atteggiamenti (ovvero le loro “tentate soluzioni”) che porteranno alla risoluzione del problema presentato dal figlio, senza che sia necessario vedere il bambino.

Per ulteriori informazioni contattami telefonicamente o tramite email.