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CHE STRESS LO STRESS! IL NOSTRO CORPO COME REAGISCE AGLI EVENTI STRESSANTI E COME POSSIAMO DIFENDERCI?

STRESS

Come reagisce il nostro corpo allo stress? Come percepiamo nel nostro corpo i segnali di stress? Cosa ci causa stress? Come possiamo difenderci dallo stress e garantirci il tanto desiderato benessere?

COME CI PARLA IL NOSTRO CORPO?

Il nostro corpo ci parla ma non sempre siamo in grado di tradurre ciò che dice! A volte scambiamo un segnale di fatica per un malore, una tosse per un enfisema, un dolore articolare per un tumore.

Altre volte non ascoltiamo il corpo, lo silenziamo o peggio ce ne dimentichiamo. Salvo poi costringerci ad ascoltarlo quando il suo iniziale sussurro si trasforma in urlo.

Altre volte siamo convinti che un corpo che sta bene non produce alcuna sensazione, rimane in silenzio. Poi però ci allarmiamo al minimo segnale di cambiamento.

MENTE E CORPO SI INFLUENZANO SEMPRE

Lo stress, le emozioni e il nostro modo di reagire alle difficoltà influenzano direttamente il corpo e viceversa.

I primi studi sugli effetti dello stress avvennero negli anni ‘20 dal famoso fisiologo Walter Cannon. Questo signore ci insegna che il nostro corpo reagisce allo stress in 2 modi. Si fugge o si combatte.

La notizia positiva è che possiamo adattarci ai fattori stressanti. Ciò implica da parte del nostro organismo un grande lavoro!

SIAMO COME ANIMALI NELLA SAVANA

Sono 2 i meccanismi per adattarci allo stress:

1. Il primo è immediato ed è mediato dal sistema nervoso autonomo (SNA) simpatico.

Esso svolge l’arduo compito di farci reagire come se ci trovassimo nella savana: fuggire o combattere! Tipico quando sentiamo per esempio la paura. Per prepararci a un’intensa attività fisica il nostro organismo attiva energie metaboliche e muscolari. Ed ecco che il cuore aumenta frequenza, la pressione sale, le pupille si dilatano, la digestione si blocca, i muscoli si irrigidiscono, l’attenzione si fa più focalizzata.

È come se ci preparassimo ad una intensa attività fisica. Come animali nella savana che si trovano in una condizione di pericolo. Il leone famelico insegue, la zebra spaventata scappa. In quegli istanti entrambi condividono la stessa reazione fisiologica.

Successivamente il SNA parasimpatico attiva la risposta di rilassamento. La frequenza cardiaca rallenta, i vasi sanguigni si dilatano, la respirazione rallenta, si riduce il metabolismo, ecc.

Quando uno stimolo stressante ci colpisce, la prima risposta è di eccitazione, poi quella di rilassamento. Non a caso i problemi insorgono quando la risposta di eccitazione si cronicizza e quella di rilassamento non riesce a ripristinare la calma.

2. La seconda risposta più a medio-lungo termine è di tipo ormonale

In risposta allo stimolo stressante l’organismo rilascia una serie di ormoni, i glicocorticoidi (cortisolo). Questa risposta più morbida produce una maggiore resistenza alla fatica, una reazione antinfiammatoria, la capacità di fare scorta di energie. Tutto ciò implica un grande dispendio di energie per l’organismo.

È importante considerare che i problemi insorgono non quando si affronta un singolo evento stressante isolato, ma quando si è sottoposti ad una serie di fattori stressanti dovuti allo stile di vita moderno e alla nostra psicologia di esseri pensanti soggetti a forti emozioni e preoccupazioni. Quando gli stress diventano cronici, anche le risposte fisiologiche lo diventano.

A differenza degli animali, nella maggior parte delle situazioni non ci metteremmo mai a correre o a combattere in risposta ad uno stress! E tutta questa grande produzione di energia per una prestazione fisica alla fine rimarrà inespressa.

Come percepisce il nostro corpo lo stress? Con l’ansia!

 

Tuttavia questa energia inespressa verrà sentita!

Come vengono percepiti dalle persone questi cambiamenti fisiologici a breve e a lungo termine? Come ansia! I sintomi dell’eccitazione fisica e mentale sono avvertiti come cambiamenti sgradevoli, tensione continua, dolori, fastidi a moltissimi livelli corporei.

Come il nostro organismo reagisce normalmente a stimoli stressanti quotidiano come emozioni, pensieri ed eventi?

1. Sensazioni cardiovascolari

La prima cosa che sentiamo quando emozioni e fatica ci colpiscono è la tachicardia. L’attività cardiovascolare è infatti più intensa, la pressione sanguigna aumenta. Il cuore deve portare velocemente i nutrienti ai muscoli, e noi percepiamo più intensamente il lavoro del nostro cuore (cardiopalmo). Sentiamo che accelera, rallenta, fa una breve pausa dopo un’improvvisa accelerazione (aritmie). Abbiamo caldo, freddo, sudiamo. Infarto o attacco di panico?

2. Sensazioni respiratorie

Il sistema nervoso autonomo (SNA) intensifica la respirazione e quel surplus di ossigeno che finisce nel sangue non viene ceduto i muscoli, non si trasforma in corsa perché rimaniamo seduti magari alla nostra scrivania. Ecco il senso di affanno, la pressione al petto, la testa vuota. Ancora una volta sarà infarto o ansia?

3. Sensazione intestinali

Sappiamo che c’e una forte correlazione tra emozioni e intestino. Basti pensare che ai condannati a morte viene messo il pannolone nelle 24h precedenti l’esecuzione perché si sa che la paura farà loro perdere il controllo dell’intestino. Infatti in risposta a stimoli emotivi e alimentari, l’intestino viene attivato, bloccato, riattivato, il cibo si ferma nello stomaco, la digestione può rimanere incompleta. Così nausea, gonfiore, bocca secca, nodo allo stomaco, bisogno di evacuare compaiono inesorabili. Morbo di Crohn o ansia?

4. Sensazioni muscolari

Tensione muscolare, tremori, infiammazioni articolari, non riuscire a stare fermi, contrazioni muscolari croniche sono risposte del nostro corpo alla tensione mentale e fisica. Consideriamo che il tempo di irrigidimento muscolare dopo i 30 anni di età è velocissimo. L’irrigidimento muscolare da ansia e stress provoca dolori, mal di testa, cambiamenti posturali, problemi di equilibrio, giramenti di testa, e poi ancora dolori, dolori, dolori. Mi starà ve e do la SLA o sono stressato?

5. Sensazioni neurologiche

La difficoltà a pensare fluidamente, i problemi di attenzione e concentrazione, di memoria, sono manifestazioni di ansia e dello stress. Derealizzazione (sensazione di irrealtà) e depersonalizzazione (sensazione di distacco da se stessi) rappresentano una sintomatologia così comune da stress, da essere da sola responsabile del reddito professionale di molti psicologi.

Cosa ci stressa? Classifica degli eventi stressanti

Gli studiosi si sono interrogati sul tema fin dagli anni ‘60. Due ricercatori intervistarono più di 5000 pazienti per classificare gli eventi più stressanti nella vita degli uomini. Alla fine degli anni 90 il ricercatore Paykel identificò 60 fattori stressanti.

1. morte figlio 2. morte coniuge 3. sentenza carcerazione 4. morte stretto familiare 5. infedeltà coniuge 6. difficoltà finanziarie 7. crollo affari 8. licenziamento 9. aborto/figlio nato morto 10. divorzio
11. separazione coniugale 12. giudizio per violazioni gravi della legge 13. gravidanza non desiderata 14. ricovero in ospedale di un familiare per grave malattia 15. disoccupazione per un mese 16. morte di un caro amico 17. retrocessione nel lavoro 18. grave malattia fisica personale 19. inizio relazione extraconiugale 20. perdita di oggetti personali di valore
21. causa legale 22. insuccesso accademico 23. matrimonio del figlio senza consenso 24. rottura fidanzamento o relazione 25. aumento dei conflitti coniugali 26. aumento conflitto con familiari conviventi 27. aumento conflitti con partner 28. debito (più di metà del guadagno annuale) 29. partenza del figlio 30. conflitto con il capo o i collaboratori
31. conflitti con familiari non conviventi 32. trasferimento in un altro Paese 33. menopausa 34. difficoltà finanziarie moderate 35. separazione da una persona significativa (amico/parente) 36. sostenere un esame importante 37. separazione dal coniuge non dovuta a conflitti 38. cambiamento orari di lavoro 39. nuova persona in casa 40. pensionamento
41. cambiamento condizioni di lavoro 42. cambiamento tipo di lavoro 43. rottura con il ragazzo/ragazza 44. cambiamento residenza (città) 45. cambiamento scuola 46. termine degli studi 47. figlio lascia casa 48. riconciliazione coniugale 49. violazione legge di grado lieve 50. nascita di un figlio
51. gravidanza della moglie 52. matrimonio 53. promozione 54. malattia fisica personale minore 55. trasloco (stessa città) 56. nascita figlio (per il padre), adozione 57. inizio della scuola 58. fidanzamento del figlio 59. fidanzamento 60. gravidanza desiderata

Da come si può osservare dallo schema, la scala considera circa 10 categorie di eventi che hanno tutte ripercussioni psicologiche. Lavoro, educazione, problemi economici, salute, lutto, emigrazione, vita sentimentale, problemi legali, relazioni familiari e area coniugale. Potremmo dire tutta la nostra vita quotidiana.

Non tutti i fattori stressanti devono presentarsi in maniera ripetuta per esercitare i loro effetti. Alcuni hanno un’onda lunga, alcuni sono meno dirompenti ma più cronici. Per esempio, la morte di un coniuge o di un familiare avrà ripercussioni sul proprio stato psicofisico per gli anni a venire. Altri rappresentano delle “gocce cinesi” che alla lunga logorano quanto un lutto. Ci riferiamo in particolare alle difficoltà lavorative, relazionali e psicologiche. Un lavoro faticoso, poco soddisfacente, poco remunerativo, per il quale mi viene inoltre richiesta grande energia (spostamenti, orari lunghi, scomodi, ecc.); un clima relazionale teso, conflittuale, litigi con il coniuge e con i figli, difficoltà educative; un disturbo fobico, delle preoccupazioni; un disturbo ossessivo; una reazione depressiva alla vita, alle proprie vicende personali. Sono eventi di vita quotidiana, per i quali il nostro organismo reagisce come se fosse nella savana.

Gli ingredienti segreti del benessere: corri, mangia, riposa, studia, gioca ama.

I pilastri su cui costruire il nostro benessere sono noti da tempo: movimento fisico, socialità e relazioni, varietà e ricerca di stimoli ambientali e cognitivi, alimentazione.

Ormai tutti gli studi concordano che la moderazione alimentare e una dieta a base soprattutto di prodotti vegetali sono la chiave della longevità e della prevenzione della maggior parte delle malattie moderne (metaboliche, tumorali, cardiovascolari).

L’attività fisica è un altro cavallo di battaglia della nostra salute psicofisica. Lo stress ci prepara alla corsa! Attivare il corpo è un modo per far defluire gli effetti dello stress. Muoversi non vuol dire necessariamente fatica o ipertrofia muscolare. I benefici della pratica di antiche discipline orientali come lo yoga e il Tai Chi richiamano l’idea del movimento come mantenimento della flessibilità. Movimento=rilassamento: il contrario di ciò che siamo abituati a pensare.

Il benessere non può riguardare solo il corpo, poiché nessuno di questi aspetti da soli è sufficiente. È il benessere psicologico, insieme all’armonica connessione tra mente e corpo, che può dar vita a quella qualità che prende il nome di salute.

In particolare, per la salute psicologica appaiono centrali due bisogni: il bisogno di individuazione e il bisogno di coesione. Con il primo si intende il bisogno di autorealizzazione, in un percorso che dura tutta la vita. È il realizzarsi, appagarsi, vivere liberi, creativi e indipendenti. È il contatto con se stessi. Il secondo, in apparenza in antitesi, è il bisogno di relazione, interdipendenza, attaccamento. La relazione è fonte primaria di soddisfazione di vita e di benessere emotivo. Amare ed essere amati.

La predisposizione al gioco è infine l’ultimo ingrediente segreto del benessere. La vita è un gioco, insegnano molti padri ai loro figli. Stanley Hall, grande precursore della psicologia dello sviluppo, colse meravigliosamente questo aspetto quando scrisse che “l’uomo invecchia perché smette di giocare, e non il contrario”.

 

Bibliografia:

Bartoletti A., Nardone G. (2018). “La paura delle malattie”. Ponte alle Grazie, Milano